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제목 “I nuovi affascinanti quadri di Lee Hyun” - di Costanzo Costantini 등록일 2013-10-30 00:00:00
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“I nuovi affascinanti quadri di Lee Hyun”

 

di Costanzo Costantini(critico d'arte, Italia)

 

 

    

Circa tre anni fa ebbi l’onore di presentare all’Unesco diParigi Lee Hyun e scrissi un saggio in cui di questa straordinaria pittriceesaminavo alcuni elementi: la luce, la bellezza, la natura, lo spazio, la faunae la flora (circa la natura andrebbe prendendo piede a Roma, come il caso delpittore Franco Mulas il quale intitola i suoi quadri “spaesaggi”, la filosofiaestetica di Oscar Wilde secondo la quale non è l’Arte che imita la natura bensìla natura che imita l’Arte; già Michelangelo sosteneva che la natura fosseincapace di creare i capolavori che crea l’Arte). Ora esaminerò un altroelemento: il colore.

     “Nonc’è che un mezzo per risolvere ogni problema in pittura”, diceva Paul Cèzanne,uno dei fondatori dell’arte moderna, alle cui”Bagnanti” si era ispirato Picassoper comporre “Les Demoiselles de Avignon”, il quadro epocale con cui inauguravala stagione del Cubismo.

     “Ioe il colore siamo una sola cosa”, diceva, dopo il viaggio in Tunisia, PaulKlee, che Gillo Dorfless considera il massimo pittore del ventesimo secolo,superiore a Picasso, Matisse e de Chirico.

     “Senzail colore, la pittura non esiste, tutti i grandi pittori sono maestri delcolore. I Greci dipingevano anche le sculture”, diceva Giulio Turcato.

     LeeHyun ama tutti i colori, soprattutto i colori primari, il Rosso, il Giallo, ilVerde e specialmente il Blu. “Il Blu attinge il punto più alto nell’armonia trail cielo e la terra”, cantava Novalis. La pittrice coreana andrebbe annoveratafra i pittori che hanno usato il Blu con sapienza nella storia dell’arte, daGiotto al Beato Angelico, da Poussin a Picasso, fino a Ives Klein, che harestituito al Blu il titolo aristocratico di “principe dei colori”conferendogli un’aura magica, lo splendore fisico e un alone metafisico. LeeHyun ha avuto la fortuna di soggiornare il Italia e specialmente a Roma ed hapotuto conoscere Giorgio de Chirico, il quale viveva e lavorava presso Trinitàdei Monti e scendeva tra i comuni mortali come un aeronauta, come un grande diSpagna, come un re biblico capitato per caso nella città eterna. Come dicevadel fondatore della pittura metafisica Sebastian Matta, anche la pittricecoreana sogna ad occhi aperti regalandoci affascinanti paesaggi cosmici.

     In“Teoria dell’arte nel Rinascimento e l’origine del paesaggio”, Ernest H.Gombrich dice che il termine paesaggio riferibile ad una singola opera fu usatoper la prima volta dal conoscitore veneziano Marcantonio Michiel nel catalogodelle opere della collezione del cardinal Grignani, nel quale parla di“tavolette di paesi” e cita “La Tempesta” di Giorgione come un paesetto su telacon tempesta, una zingara e un soldato.

     Mail primo che elabora compiutamente la teoria della pittura di paesaggio èLeonardo nel “Trattato della pittura”, laddove dice che il pittore “se vuolgenerare siti deserti, luoghi ombrosi e freschi in tempi caldi, esso li figura,e così luoghi caldi in tempi freddi. Se vuol valli, il simile; se vuole dallealte cime di monte scoprire gran campagna, e se vuole dopo quelle vederel’orizzonte del mare, egli n’è signore; e così pure se dalle basse valli vuolvedere gli alti monti, o dagli alti monti le basse valli o spiagge. Ed ineffetto ciò che è nell’universo per essenza, presenzia o immaginazione, esso loha prima nella mente, e poi nelle mani, e quelle sono di tanta eccellenzia chein pari tempo generano una proporzionata armonia in un solo sguardo qual fannole cose”.

     IlGombrich cita il “Dialogo di Pittura”(1548) del veneziano Paolo Pino permettere in rilievo le differenze fra i paesaggisti nordici e i paesaggistimeridionali, che rispecchierebbero le differenze delle loro tradizioniartistiche e culturali. I primi, come Rembrandt, Van Ruysdael, dipingerebberole natura vera e propria, i secondi, come Giorgione, Tiziano, Palma il giovane,tenderebbero a idealizzarla.

     Inoriente il Blu occupava il più basso grado nella scala sociale, e lo stessoBuddha temeva che l’indaco mescolato alle varie soluzioni cromatiche sprigionasselo sporco. Nel cristianesimo medievale il Blu raggiunge traguardi sia sacri cheprofani, dal manto della Madonna al reame di Francia. Con il protestantesimo ilBlu assume un atteggiamento morale, e nei poeti e letterati esprime la tendenzaalla malinconia.

     Il primo quadro con il paesaggioprotagonista è “La Lunetta” di Annibale Carracci nel palazzo Aldobrandini, è ilprimo paesaggio nella storia dell’arte e precederebbe i paesaggi di Claude Lorrain,ma Lee Hyun, che è nata nella Corea del Sud, non sarebbe né una paesaggistanordica né meridionale bensì una paesaggista planetaria e interplanetaria, “unapasseggiata sulla luna”. Di lei colpiscono la potenza visionaria, la portentosafacoltà onirica, la possibilità di cogliere le sfumature dell’anima, che ricorda“lo spirituale nell’arte” di Kandinsky. I suoi quadri sonori, musicali(Sogno 1,Sogno 2, Sogno 3)…

     LeeHyun non è una pittrice astratta né figurativa, la si potrebbe ascrivere almovimento astratto-concreto – il movimento nel quale militavano quegli artistiaffascinati dall’astrazione ma che non se la sentivano di abbandonare lafigurazione.

     Restada dire qualcosa sul nero e sul bianco. Ennio Flaiano in “Autobiografia del Bludi Prussica” dice che il nero è un colore pigro. In verità il nero è un coloremisterioso già usato magistralmente da Tiziano, Goya. Gli Impressionisti loconsideravano un non colore alla stregua del bianco. Mark Rotko non puliva maiil suo studio, lo considerava il regno della luce. Lee Hyun lo usamagistralmente nei suoi quadri, blu e nero sono tra i più affascinanti di tuttala pittura contemporanea.      


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